 |

22 novembre 2012
concorrenza sleale
La concorrenza allo shopping pre natalizio a soli 35 minuti di treno!
Dal 7 dicembre vendite promozionali in Emilia Romagna e Lombardia.
Grazia Simone: una regione non si salva con i pellegrinaggi per i saldi!
Moda, borse, scarpe,e non solo, sul piede di guerra: le rispettive leggi regionali di Emilia Romagna e Lombardia sospendono il divieto di vendite promozionali nei 30 giorni precedenti l'inizio ufficiale dei saldi, il 7 gennaio.
Questo significa che in 35 minuti di freccia al costo super economy di 9 euro, sicuramente inferiore a quello di un parcheggio fiorentino per lo stesso tempo di permanenza, si possono trovare nel mese di dicembre occasioni di acquisto alquanto vantaggiose rispetto ai prezzi in mostra nelle vetrine delle città toscane.
Il rischio è quello che si crei un pendolarismo verso il nord che va a penalizzare quel movimento commerciale, benchè timido, dei nostri esercizi nel periodo pre-natalizio che potrebbe significare una boccata di ossigeno in un altro anno di sofferenza.
Alla gente, ora più che mai, interessano gli sconti, sia che si chiamino saldi o vendite promozionali,
sconti che dovrebbero essere regolamentati da normativa nazionale e non regionale.
Da un sano confronto nasce la leale concorrenza quella che è davvero al servizio del consumatore.
In questo caso la concorrenza è sleale e chi ne paga le conseguenze è il consumatore a cui viene a mancare, oltre al denaro nel borsellino, ogni chiave di lettura in grado di indirizzarlo verso l'etica degli acquisti.
"non è con la speranza dei pellegrinaggi per saldi che si risolleva l'economia di una regione, dice Grazia Simone, Segretartio Generale Adiconsum Toscana, e' tutta l'economia italiana che ha bisogno di ripartire. Adiconsum è da tempo che richiede l'abolizione dei saldi.”
“Non hanno più senso di esistere tra vendite in rete, outlet, sconti per clienti fidelizzati, sconti per la crisi che attanaglia i commercianti. "Occorre incrementare, prosegue Grazia Simone, le disponibilità economiche delle famiglie, con maggiori entrate salariali incentivando la produttività in modo da avere ricadute positive sia sui redditi delle famiglie che sulle aziende. Abbattere le aliquote Irpef più basse e rivedere la tassazione sui lavoratori dipendenti e sui pensionati,che pesa per circa l'80%.”
Mariantonietta Rasulo
|